Gli inchiostri base acqua sono Biodegradabili?
Anzitutto è più corretto parlare di compostabilità (come da norma 13432) più che di biodegradabilità, che è un concetto generico. Gli inchiostri flessografici base acqua di comune utilizzo, pur essendo costituiti da oltre il 50% di acqua e componenti inerti, non si possono considerare compostabili poiché contengono una buona percentuale (circa un 30%) di sostanze organiche di sintesi che hanno una biodegadabilità molto lenta. In merito a quanto detto, La Sorgente propone le serie di prodotti Hydromat-B (serie 463) ed Ecomat-B (serie 116), inchiostri, rispettivamente, base acqua e base...
Read MoreLa stampa risulta “scarica”. Da cosa può dipendere?
La scarsa resa coloristica dell’inchiostro può dipendere da molti fattori: quantità di pigmento e trasporto della resina in esso contenute non sufficienti; scarsa viscosità (eccessiva diluizione) dell’inchiostro; anilox usurato e/o con celle intasate e, comunque, con insufficiente scarico di inchiostro; eccessiva durezza e/o scorretta pressione del clichè; scarso spessore di inchiostro; scarsa bagnabilità del supporto da stampare. In tutti i casi lo scambio di informazioni tra fornitore di inchiostro e stampatore è essenziale al fine di ottenere i migliori risultati, è soprattutto importante...
Read MorePur utilizzando la stessa diluizione lo stesso inchiostro non risulta avere la stessa coprenza?
La viscosità dell’inchiostro dipende molto dalla temperatura alla quale viene stampato: nei periodi caldi esso risulta più fluido rispetto a stagioni fredde e, pertanto, usare la stessa quantità di diluente in entrambi i casi può portare ad avere differente viscosità dell’inchiostro. Poiché l’inchiostrazione è direttamente proporzionale alla viscosità (soprattutto nei sistemi di stampa con cilindro pescatore gommato) può accadere che, a parità di diluizione, si abbia differente carico di inchiostro. Stampare a viscosità costante è un buon modo di lavorare, anche se non è sempre risolutivo:...
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